Moni Ovadia con la sua Stage Orchestra e l’Ensemble Nuovo Contrappunto diretti da Mario Ancillotti, hanno presentato al pubblico romano una serata di grande suggestione culturale.
L’Europa come centro di gravità dove si riversano mille rivoli di culture e tradizioni, gli infiniti contributi che si sono poi mescolati in quella miscela straordinaria che costituisce l’attuale sensibilità comune. Le lingue, le letterature, le tradizioni, le musiche convergevano sotto l’influenza dei territori attraversati che a loro volta si trasformavano sotto questa pressione. Così mondi lontani perdevano parzialmente le loro identità e ne assumevano altre, più complesse e più universali. Tutti i popoli hanno avuto fasi di trasmigrazioni, ma i viaggiatori per eccellenza sono per tutti gli zingari, i gitani, questi misteriosi nomadi portatori di fascino e di inquietudini.
Per l’ultimo appuntamento della stagione dell’Istituzione Universitaria dei Concerti della Sapienza, Moni Ovadia con la sua Stage Orchestra e l’Ensemble Nuovo Contrappunto diretti da Mario Ancillotti, hanno presentato al pubblico romano una serata di grande suggestione culturale. La nota predilezione di Moni Ovadia per la ricerca delle radici della musica europea, questa sera sottolinea il contributo tzigano dell’est e quello della musica ebraica. La felice collaborazione dei due ensemble ha alternato brani di autori “colti” quali Brahms con le sue “Danze Ungheresi”, Bela Bartok con “Danze Rumene” e “Contrasts per violino, clarinetto e pianoforte”, Sostakovic con “Tre Canti ebraici” ed Enescu con “Ciocardia”, con brani trascinanti per ritmo e colore della tradizione popolare rumena, ungherese e con musiche della tradizione liturgica ebraica. La narrazione suggestiva di Moni Ovadia ha coordinato la serata ed ha sottolineato come l’arte, che ha bisogno di contributi diversi, è il vero antidoto ai conflitti. La direzione di Mario Ancillotti ha evidenziato gli argomenti del narratore, tutti i musicisti hanno avuto modo di esprimersi in più o meno brevi parti soliste ed hanno esibito la loro eccellenza, andrebbero citati uno per uno, ma ci limitiamo a sottolineare la suggestiva interpretazione dei Tre Canti ebraici di Sostakovic interpretati dalla splendida voce di Silvia Tocchini. Applausi festosi in un’Aula Magna gremita a felice conclusione di una stagione che ha visto un grande successo di pubblico.